Provincia di Cagliari: Ambiente & Civiltà – CAPITOLO I – GEOGRAFIA E TERRITORIO
Angela Terrosu Assole: Geologia della Sardegna meridionale
Lungo le fratture che hanno causato il formarsi del secondo canale hanno invece dominato i contributi offerti dal vulcanesimo le cui lave, una volta raffreddate, hanno dato luogo ora a gruppi montuosi (il massiccio basaltico dell’Arcuentu) ora a tavolati (Capo Frasca) ora a modesti colli (alture trachitiche-andesitiche di Serrenti, di Monastir, di Siliqua, di Sarroch).
In corrispondenza della parte centrale del secondo canale, infine, hanno prevalso le deposizioni di materiali sciolti (alluvioni) i quali, provenendo dallo smantellamento delle terre circostanti, vi sono sparsi con molta regolarità e quindi determinano la nascita di quella pianura accentuamente uniforme e monotona che l’uomo è solito identificare col nome di “Campidano”.
Con il completarsi della colmata del canale campidanese si può considerare finalmente concluso il processo di saldatura fra i blocchi in cui precedentemente era suddiviso il territorio della provincia di Cagliari. Ma per valutare appieno le forme (monti, altipiani, valli, pianure) che l’area della provincia ha assunto conseguentemente al succedersi di tanti eventi è opportuno ricordare anche le modifiche che essa ha derivato dalle tante altre fratture e dai tanti altri fatti legati al vulcanesimo del Terziario. Questi infatti non hanno riguardato solamente l’area del Campidano.
In Marmilla, ad esempio, conseguentemente al raffreddarsi di lave vulcaniche di tipo basaltico si sono formati tre altipiani notevolmente caratteristici che in loco vengono chiamati “Giare”; la Giara di Gesturi, la Giara di Serri e la Giara di Santa Lucia. Sempre per effetto di eruzioni vulcaniche hanno inoltre avuto origine gli altipiani sulcitani di Monte Narcao, di Monte Essu, ecc.
Sempre per quanto riguarda le fratture è importante ricordare le conseguenze che ne hanno derivato le valli fluviali. I maggiori corsi d’acqua della provincia non scorrono infatti, come solitamente avviene, all’interno di valli che essi stessi si sono scavate, ma procedono attraverso solchi predeterminati dalle fratture nei quali le acque piovane, costrette dalle pendenze, si sono via via incanalate. Seguono questo comportamento anomalo il Flumendosa, di cui nella parte più orientale della provincia scorre l’ultimo tratto, il Rio di Palmas che dal Sulcis montano si dirige verso il Golfo di Palmas, il Rio Cixerri che, percorso il solco omonimo, si getta nello Stagno di Cagliari, il Riu Mannu di Samassi pure esso confluente nello Stagno di Cagliari.
Ed ora concludendo questo capitolo con la segnalazione degli aspetti che caratterizzano il territorio della provincia di Cagliari, si fa presente:
a) che vi prevalgono le terre poco elevate e caratterizzate da profili ora decisamente piatti (tutte le pianure e pertanto il Campidano, la Valle del Cixerri, il Basso Sulcis, il Basso Sarrabus, la piana del Basso Flumendosa) ora morbidamente ondulati (terre e morbidi colli della Trexenta, della Marmilla e del Parteolla).
b) che le terre alte dei settori occidentale e orientale solo talora spiccano per l’asprezza e l’ardire delle forme (massiccio del Marganai e dell’Arcuentu dell’Iglesiente, Punta Sebera e Monte Is Caravius del Sulcis, Massicci dei Sette Fratelli e di Serpeddì nel Sarrabus) prevalendo, nonostante la evidente rocciosità, le groppe smussate dovute alla prolungata esposizione alle forze disgregatrici esterne (Monte Arcosu e pianoro di Monte Orbai nel Sulcis, Monte Ollasteddu nel Salto di Quirra, Monti del Gerrei).
c) che gli altipiani, per quanto non particolarmente frequenti, vi costituiscono una nota caratterizzante per il modo isolato con cui si presentano e si stagliano all’orizzonte i rispettivi profili (Giare della Marmilla, Monti Narcao, Essu, Sirai del Sulcis, Monte Cardiga del Salto di Quirra).
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