Atti del convegno Le Genti di Monte Claro • Dal Neolitico al Ventunesimo secolo

 
 
Lucia Siddi

Il simulacro di Santa Maria Chiara e l’iconografia mariano nelle opere custodite nel San Pietro a Pirri

La Dormitio Virgins

 
La scultura venne commissionata da Antonio Locci o Lochi, grande benefattore della chiesa di San Pietro, nella seconda metà del XVIII secolo. Questi, in seguito alla morte di Girolamo Simoni, viceparroco della chiesa di S.Pietro, awenuta il 9 agosto del 1766, fu nominato erede usufruttuario di tutti i suoi beni che utilizzo in parte per arricchire la chiesa. Oltre alla Dormitio, infatti, egli commissiono gran parte delle opere conservate nella chiesa e risalenti alla seconda metà del Settecento come l’Ecce Homo, il fonte battesimale in marmo, il dipinto dell’Addolorata e diversi argenti liturgici (la muta di carte gloria, una lampada per il Santissimo, un calice, ecc.)[22]. Antonio Locci morì il 15 febbraio del 1774[23].
La Assunta è raffigurata secondo l’antica iconografia di origine bizantina, dedotta dai Vangeli Apocrifi[24]; solo in questi ultimi, infatti, è presente il racconto della morte di Maria, del suo funerale e relativa sepoltura e della sua assunzione in cielo dopo tre giorni. Il culto della Madonna morta è ancora oggi particolarmente sentito e seguito con grande solennità in tutta la Sardegna dove in tantissime chiese si ritro va il suo simulacro posto, solitamente, in una cappella a lei dedicata entro una teca di vetro, vestito con abiti preziosamente ricamati in fili d’oro e prowisto di parrucca[25].

Fig. 4 – PIRRI, Chiesa di S. Pietro, Dorinitio Virginis, scultura lignea sopravestita, 1767-70.

La scultura, come in quelle sopravestite, è scolpita solo nelle parti visibili mentre il corpo, coperto dagli abiti, è costituito da un tessuto di canapa riempito di paglia (fig.4). Questa particolare tipologia, che si differenzia dalle Dormitio più antiche scolpite interamente e, spesso, prowiste di snodi nelle articolazioni, la ritroviamo dalla seconda metà del ‘700 fino a quasi tutto l’Ottocento[26]. Non conosciamo l’autore dell’opera ma sappiamo che venne fatta realizzare da Antonio Locci a proprie spese ed è, pertanto, databile intorno al 1767-70[27].
La figura di Maria è presente a Pirri anche in tre immagini dipinte: due sono a tempera e olio su tavola e risalgono al XVI secolo, mentre la terza è dipinta ad olio su tela ed è precisamente datata 1770.
La prima tavola costituiva lo scomparto mediano superiore di un retablo proveniente, secondo la testimonianza dello Spano[28], dall’antica parrocchiale di Pirri dedicata a S. Nicolò e attestata già dalla prima metà del XIV secolo. In quest’opera, databile alla seconda metà del ‘500 e attribuita al pittore stampacino Antioco Mainas[29], si osserva uno straordinario allungamento delle figure che sono rappresentate secondo la consueta raffigurazione della Crocefissione: Cristo al centro tra i due ladroni, a destra il gruppo dei soldati e dei rabbini, a sinistra Maria Vergine con le pie donne e S. Giovanni.
La Madonna appare in uno dei momenti più drammatici della sua vita, ai piedi della croce dove il figlio è appena spirato, semi svenuta viene sorretta dall’apostolo Giovanni e da una delle tre Marie.
Questa rappresentazione della Madre di Dio verrà contestata nel corso del Seicento e del Settecento perché ritenuta contraria alla tradizione dei Padri della Chiesa che non ammettevano in Maria alcuna debolezza, neppure durante la atroce passione del Figlio.

Fig. 5 -PIRRI, Chiesa di S.Pietro sagrestia, Sposalizio mistico di S.Caterina d ‘Alessandria, dipinto a tempera e olio su tavola, attr. a Michele Cavaro, seconda metà sec. XVI.

Allo stesso periodo viene datata la tavola con Lo Sposalizio mistico di Santa Caterina, attribuita a Michele Cavaro (fig. 5). Solo grazie al restauro del 1982 è venuta alla luce la pregevole pittura originaria che era stata completamente occultata da una pesante ridipintura ottocentesca[30]. Anche in questo caso ci troviamo di fronte allo scomparto centrale di un retablo oggi disperso che doveva ornare una delle cappelle della chiesa di S.Pietro. Maria appare seduta in trono e guarda dolcemente Gesù Bambino che tiene sul grembo; dietro il trono due angeli svolazzanti sostengono un prezioso drappo in estofado de oro con motivi a quadrifoglio entro losanghe. La raffigurazione deriva da una leggenda comparsa per la prima volta nel 1438, frutto della traduzione in inglese della famosa Legenda Aurea scritta da Iacopo da Varagine[31], in cui si narra che Santa Caterina, vissuta ad Alessandria d’Egitto nel IV secolo, venne convertita al cristianesimo da un eremita che le indico Gesù come unico sposo degno della sua bellezza e saggezza.
L’ultimo dipinto in cui troviamo la raffigurazione di Maria è quello che il già citato Antonio Locci commissionò nel 1770, pochi anni prima della sua morte, al pittore cagliaritano Francesco Massa[32], il quale lo ritrasse implorante ai piedi della Madonna abbigliato con il costume tradizionale di Pirri.

Fig. 6 -PIRRI, Chiesa di S.Pietro, Addolorata con il donatore Antonio Locci, dipinto ad olio su tela,
Francesco Massa 1770.

La Madonna è raffigurata sul Calvario, ai piedi della croce ormai vuota, dopo il seppellimento del Figlio, sola nel suo immenso dolore, la Virgen della Soledad come viene definita in Spagna (fig.6). L’immagine richiama la profezia di Simeone in occasione della presentazione di Gesù al tempio: anche a te una spada trafiggerà l’anima[33] e infatti il pittore si rifà alla tradizione più antica dove il petto di Maria è trafitto da una sola spada.
Dal XV secolo le spade diventano sette[34], i sette dolori più atroci che la Madonna dovette sopportare durante la sua vita terrena. Ma ciò che rende particolarmente interessante questo dipinto è l’immagine del committente, una delle testimonianze più antiche della raffigurazione del costume tradizionale sardo maschile (fig. 7), e la descrizione, sullo sfondo a destra, del paese di Pirri nel 1770, dove si distingue chiaramente la chiesa di S. Pietro con l’alto campanile a sinistra (fig. 8).

Fig. 7 -PIRRI, Chiesa di S.Pietro, Addolorata, particolare del ritratto del committente Antonio Locci.

Fig. 7 -PIRRI, Chiesa di S.Pietro, Addolorata, particolare del ritratto del committente Antonio Locci.

Fig. 8 -PIRRI, Chiesa di S.Pietro, Addolorata, particolare con la raffigurazione di Pirri.

Fig. 8 -PIRRI, Chiesa di S.Pietro, Addolorata, particolare con la raffigurazione di Pirri.

Prima di concludere, pare doveroso indicare, anche se molto brevemente, alcuni interessanti simulacri lignei ancora conservati nella chiesa di San Pietro, frutto anch’essi della devozione popolare verso i Santi, alcuni dei quali da tempo non più oggetto di devozione.
Tra questi ultimi, San Benedetto, fortemente aggredito dai tarli e riposto in un armadio della sagrestia. Se è vera la tradizione che vuole la chiesa di S.Maria Chiara costruita dai monaci di Chiaravalle, possiamo ipotizzare che la statua provenga da quella chiesa, trasportata poi a San Pietro intorno alla prima metà del XIX secolo. L’impostazione frontale e statica della figura, appena interrotta dall’incerto sporgere del ginocchio sinistro, con l’ampio saio nero che cade in rigide pieghe parallele, inducono a datare il simulacro alla prima metà del XVII secolo, forse opera di bottega sarda.
Allo stesso ambito cronologico può essere ascritta la statua di Cristo Re, purtroppo deturpata da spesse ridipinture che rendono poco agevole la corretta lettura del manufatto e il cui restauro potrebbe riservare delle grosse sorprese, come la possibile presenza dell’originaria policromia in estofado de oro.
Un piccolo saggio, ha invece rivelato con certezza l’esistenza della lamina d’oro sotto le ridipinture del San Pietro conservato nella nicchia dell’altare maggiore della chiesa. L’opera, databile al primo Seicento, costituisce verosimilmente il primo simulacro della chiesa, dove Pietro è rappresentato secondo l’antica iconografia con le vesti del semplice pescatore divenuto discepolo di Gesù, non nei sontuosi abiti pontificali o in cattedra.

Fig. 9 - PIRRI, Chiesa di S.Pietro, San Fancesco di Paola, scultura lignea con policromia, bottega napoletana, sec. XVIII.

Fig. 9 – PIRRI, Chiesa di S.Pietro, San Fancesco di Paola, scultura lignea con policromia, bottega napoletana, sec. XVIII.

Di probabile importazione napoletana è la bella statua di S.Francesco di Paola, col caratteristico abito dei Minimi, ordine religioso da lui fondato nel XV secolo, e l’insegna che lo contraddistingue, il sole raggiato con la scritta Charitas (fig. 9). Sapientemente intagliata, presenta il volto dai tratti marcati,lo sguardo estatico ed è databile al XVIII secolo.
Il culto nei confronti di S. Giuseppe, a Pirri è documentato dal 1724 quando Maria Cordeddu fece un lascito per celebrarne la festa e la processione[35].
Le caratteristiche stilistiche del simulacro oggi conservato nel S.Pietro, dall’intaglio modesto, con evidenti sproporzioni e un panneggio innaturale (fig.10), sembrano però indicare una datazione un po’ più tarda, in particolare il Bambin Gesù che S. Giuseppe sorregge con il braccio destro, sicuramente più tardo di almeno un secolo (fig.11).
 

Fig. 10 - PIRRI, Chiesa di S.Pietro, San Giuseppe, scultura lignea con policromia, metà sec. XVIII.

Fig. 10 – PIRRI, Chiesa di S.Pietro, San Giuseppe, scultura lignea con policromia, metà sec. XVIII.

Fig. 11 - PIRRI, Chiesa di S.Pietro, San Giuseppe, particolare del Bambin Gesù, scultura lignea con policromia, bottega napoletana, sec. XIX.

Fig. 11 – PIRRI, Chiesa di S.Pietro, San Giuseppe, particolare del Bambin Gesù, scultura lignea con policromia, bottega napoletana, sec. XIX.

 

Fig. 12 - QUARTU S.E., Chiesa di Sant'Elena, Angelo custode, scultura lignea con policromia, bottega napoletana, seconda metà sec. XIX (foto tratta da Ida Farci, Guida alla Basilica di Sant'Elena – Quartu, Quartu Sant'Elena 2007).

Fig. 12 – QUARTU S.E., Chiesa di Sant’Elena, Angelo custode, scultura lignea con policromia, bottega napoletana, seconda metà sec. XIX (foto tratta da Ida Farci, Guida alla Basilica di Sant’Elena – Quartu, Quartu Sant’Elena 2007).

Esso, infatti, trova precisi confronti con l’Angelo custode della chiesa di Sant’Elena a Quartu (fig.12) e con la Vergine di Bonaria nella Parrocchiale di Maracalagonis, di provenienza napoletana ed entrambi datati alla seconda metà del XIX secolo[36]. È probabile, allora, che Gesù Bambino, in origine, facesse parte del simulacro ligneo della Madonna di Bonaria, acquistato nel 1895 dai coniugi Vittorio Seminino e M. Antonia Zuddas, oggi non più presente nella chiesa[37].

Fig. 13 – PIRRI, Chiesa di S.Pietro, S. Ignazio da Loyola, scultura lignea con policromia, bottega napoletana, fine sec. XVIII.

Fig. 13 – PIRRI, Chiesa di S.Pietro, S. Ignazio da Loyola, scultura lignea con policromia, bottega napoletana, fine sec. XVIII.

Il S. Ignazio di Loyola era considerato dallo Spano la statua più bella presente nella chiesa di S.Pietro e fu fatta eseguire, sempre secondo la testimonianza dell’insigne Canonico[38], da padre Corda, un ex gesuita, perché si celebrasse la sua festa ogni anno (fig.13). S.Ignazio, fondatore della Compagnia di Gesù, sostiene con la mano sinistra un libro in cui è scritto il motto dell’Ordine, Ad maiorem Dei gloriam.

L’opera, di buona fattura, presenta un massiccio attacco di parassiti xilofagi ed è databile alla seconda metà del XVIII secolo, forse di importazione napoletana.

Di sicura mano di Giuseppe Antonio Lonis è, infine, la statua di S. Pietro conservata nella sagrestia (fig.14), mentre la Santa Lucia, anch’essa presente nei locali della sagrestia (fig.15), è opera di Antonio Efisio Castangia che la realizzò nel 1780 per quaranta lire[39] (fig.16).

Fig. 14 - PIRRI, Chiesa di S.Pietro, S. Ignazio da Loyola, particolare.

Fig. 14 – PIRRI, Chiesa di S.Pietro, S. Ignazio da Loyola, particolare.

Fig. 15 – PIRRI, Chiesa di S.Pietro, S.Pietro apostolo, scultura lignea con policromia, G.A.Lonis, seconda metà sec. del XVIII.

Fig. 15 – PIRRI, Chiesa di S.Pietro, S.Pietro apostolo, scultura lignea con policromia, G.A.Lonis, seconda metà sec. del XVIII.

Fig. 16 - PIRRI, Chiesa di S.Pietro, S.Lucia, scultura lignea con policromia, A.E. Castangia, 1780.

Fig. 16 – PIRRI, Chiesa di S.Pietro, S.Lucia, scultura lignea con policromia, A.E. Castangia, 1780.

Fig. 17 – PIRRI, Chiesa di S.Pietro, S.Lucia, particolare.

Fig. 17 – PIRRI, Chiesa di S.Pietro, S.Lucia, particolare.

 

 

© Città Metropolitana di Cagliari – Riproduzione vietata