Giovedì 19 marzo, alle 18, nella sala Giovanni Lilliu della Biblioteca Provinciale Emilio Lussu, si svolgerà il terzo dei dieci incontri del progetto di promozione della lettura “Parole simboli narrazioni tra scritture e neuroscienze”.
“Parole simboli narrazioni tra scritture e neuroscienze” è il titolo dell’iniziativa promossa dalla Biblioteca Provinciale Emilio Lussu nell’ambito delle attività di promozione alla lettura con particolare attenzione, in questo caso, ai rapporti tra letterature e scienze, e supportata, come partner, dalle associazioni “Scienza-società-scienza”, “Il teatro del segno” e “Appariscienza”.
Il filosofo della scienza Silvano Tagliagambe e lo scrittore Alberto Capitta affronteranno il tema della narrazione come elemento centrale della nostra vita a partire dal libro di Capitta “Alberi erranti e naufraghi” nell’incontro dal titolo “Vivere narrando”. L’argomento sarà affrontato da due punti di vista: quello del filoso della scienza e quello della finzione letteraria: due modi diversi ma con molte intersezioni nel modo di leggere la realtà.
Ognuno di noi, ad esempio, si ritrova spesso a costruire storie ad occhi aperti. Secondo alcuni studiosi sono circa duemila queste piccole storie (di durata media di dodici-quattordici secondi ciascuna) che ci raccontiamo negli “intervalli” delle nostre giornate. Allora la domanda è semplice: in che senso queste “piccole grandi” narrazioni ci aiutano a vivere visto anche che sono sempre presenti nella nostra vita? Giovedì 19 ne parleranno:
Silavano Tagliagambe, filosofo della scienza allievo di Ludovico Geymonat, specializzato in fisica all’università Lomonosov di Mosca. È stato professore di Filosofia della Scienza presso le Università di Cagliari, Pisa, Roma “La Sapienza” e Sassari. Ha contribuito alla fondazione della facoltà di Architettura di Alghero (oggi considerata la migliore in Italia). Ha ricoperto importanti incarichi nazionali e internazionali. Tra le sue oltre 200 pubblicazioni da segnalare La mediazione linguistica (1980), Epistemologia del confine (1997), Il sogno di Dostoevskij. Come la mente emerge dal cervello (2002), Lo spazio intermedio (2008), People and Space. New Forms of interaction in City Project (con G. Maciocco 2009), Pauli e Jung, un confronto tra materia e psyche (2011).
Alberto Capitta, è stato finalista al premio Strega con Creaturine nel 2005 e vincitore del premio Lo Straniero nel 2006. Tra i suoi romanzi Il cielo nevica (2007), Il giardino non esiste (2008) e l’ultimo Alberi erranti e naufraghi (2013). Su quest’ultimo libro Goffredo Fofi su Internazionale ha scritto “non è realismo poetico il suo ma qualcosa di più ampio e di più profondo che spinge al paragone con il magistero femminile delle Morante, Ortese, Masino e Ramondino, o con i toscani di ieri da Palazzeschi a Lisi tra gusto antico del romanzo fiaba (con echi di Stevenson e Leskov) e l’esigenza di dire il più e l’oltre dell’esperienza attuale del mondo”.
Anche l’incontro di giovedì 19, presentato e coordinato dall’ideatore dell’iniziativa Roberto Paracchini, sarà accompagnato da letture del libro da cui si prende spunto fatte dall’attrice-cantante Rossella Faa.