La rassegna culturale Scienza e fantascienza tra conoscenza, inquietudine e meraviglia, promossa dalla Biblioteca Provinciale di Cagliari nell’ambito dei programmi di promozione della lettura, prosegue la programmazione con gli incontri del modulo autunnale: sezione cinematografica.
Per il 18° appuntamento in rassegna verrà proiettato il film 2001: Odissea nello spazio, di Stanley Kubrick. L’incontro è fissato per lunedì 26 settembre, alle 17.10, presso la Sala Conferenze Emilio Lussu della Biblioteca Provinciale (situata in cima al Parco di Monte Claro, ingresso da via Mattei, sia a piedi che in auto).
Scheda del film
2001: Odissea nello spazio (2001: A Space Odyssey) è un film di fantascienza di Stanley Kubrick, del 1968, basato su un soggetto di Arthur Clarke, il quale ha poi tratto dalla sceneggiatura un romanzo dal titolo omonimo.
Il film di Kubrick è considerato unanimemente un capolavoro della storia del cinema e costituisce una svolta epocale per il cinema di fantascienza. Nel 1991 la pellicola è stata giudicata di rilevante significato estetico, culturale e storico, e inserita nella lista di film preservati nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 1998 l’American Film Institute l’ha inserito al ventiduesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è salito al quindicesimo posto.
La prima parte del film si svolge nell’Africa di quattro milioni di anni fa: un gruppo di ominidi, guidati da un capo, sopravvive a fatica in un ambiente arido e ostile. Un giorno, davanti alla loro grotta appare misteriosamente un grande monolito nero; gli ominidi, venendovi a contatto, imparano inspiegabilmente a usare gli strumenti per cacciare gli animali e ad estendere il proprio territorio aggredendo i nemici.
La seconda parte del film si svolge nel 1999 (un anno del lontano futuro rispetto al 1968 in cui fu realizzato il film): il dottor Heywood Floyd, presidente del Comitato Nazionale per l’Astronautica americano, è chiamato in missione su una base lunare in cui è stato scoperto un grande monolito nero sotterrato ad arte in tempi remoti. Floyd tiene un breve incontro con altri scienziati e poi viene accompagnato a visitare lo scavo con il monolito, nel buio della notte lunare quindicinale. Mentre gli astronauti posano davanti all’artefatto per delle fotografie, esso viene colpito dai primi raggi di sole dell’alba lunare ed emette un forte segnale radio nel cosmo (dopo essere rimasto inerte per quasi 3 milioni di anni).
La terza parte si svolge due anni dopo, nel 2001. Un gruppo di cinque astronauti, di cui tre in stato di ibernazione, è in viaggio a bordo dell’astronave Discovery One, diretta verso Giove e governata da un super computer chiamato HAL 9000, dotato di una sofisticata intelligenza artificiale che lo rende valido interlocutore degli esseri umani a bordo (le macchine della serie 9000 sono note per non aver mai commesso errori di nessun tipo). La parte finale non la accenniamo per lasciare più gusto a chi non avesse visto il film.
Kubrick aveva contattato Clarke perché necessitava di un buon soggetto di fantascienza per un film di genere. In questo modo il romanzo e il film nacquero e crebbero insieme, realizzando una collaborazione tra media differenti assolutamente unica e originale, almeno per l’epoca in cui fu attuata.
Sotto questo e altri aspetti, 2001: Odissea nello spazio è rimasto uno dei più celebri film di fantascienza che, grazie alla sceneggiatura, alla recitazione e alla tecnica di ripresa, riproduce con fedeltà l’ambiente spaziale: tutti gli avvenimenti in ambienti senz’aria si svolgono in silenzio o con un valzer di Strauss come puro riempimento sonoro, l’astronave ha una gravità artificiale per rotazione che è correttamente rappresentata, i movimenti in assenza di gravità sono lenti come dovrebbero essere. Anche la scena in cui un astronauta rientra nell’astronave passando alcuni secondi in un ambiente di vuoto è stata approvata dagli esperti come verosimile, dimostrando che è possibile fare un film di fantascienza rispettando la realtà e senza introdurre elementi artificiosi.
Tale film intende suscitare nello spettatore un forte impatto emotivo; lo stesso Kubrick affermò: «Ognuno è libero di speculare a suo gusto sul significato filosofico e allegorico del film. Io ho cercato di rappresentare un’esperienza visiva, che aggiri la comprensione per penetrare con il suo contenuto emotivo direttamente nell’inconscio».
Il film cerca di spiegare l’indissolubile legame che unisce l’uomo al tempo e allo spazio, l’intelligenza artificiale, l’utilizzo della scienza.
A questo proposito è di notevole effetto il raccordo tra le due scene iniziali del film, l’utilizzo di un oggetto, un osso, come strumento di offesa e di dominio (e comunque di conquista) da parte di un ominide e le astronavi orbitanti attorno alla Terra. In questa maniera il regista compie un salto logico di millenni conservando la trama narrativa del film, con un’operazione mirabile che trova pochi riscontri nella storia del cinema.
Kubrick rimase per due mesi chiuso nella sua villa nelle campagne inglesi a rivedere e tagliare il suo mastodontico lavoro; questa operazione è considerata il momento più decisivo nella produzione del cinema kubrickiano.
Prossimi appuntamenti
Martedì 27 ore 17.45 incontro-dibattito dal titolo Il web nelle nostre vite, la realtà virtuale come realtà touch.
Giovedì 29 ore 17.45 incontro-dibattito dal titolo Il futuro che rivive nel passato come alfa e omega che si incontrano.
Comunicato 18° incontro Scienza e Fantascienza [file .pdf]
Programma modulo autunnale Scienza e Fantascienza [file .pdf]